venerdì 13 novembre 2009

Lambnacht settima puntata (lettera ad un bimbo malformato)


Presi il pezzo di carta e cominciai a leggere:

"Figlio mio,
non leggerai mai questa lettera ma io voglio scriverla lo stesso perché credo che tu abbia il diritto di sapere.

Non avevo mai pensato a me stessa nelle vesti di una madre.
Quando seppi di essere rimasta incinta fui pervasa da un amore immenso e rimasi immensamente sorpresa nel capire che l'istinto materno è presente in ogni donna, a prescindere dall'età e dalle possibilità economiche.

Il mio amore per te mi faceva sentire invincibile ed, anche se ero giovane e sola, ero convinta che insieme avremo potuto affrontare qualsiasi cosa.

Questo fino a quando i risultati del amniocentesi rivelarono che tu saresti nato con delle gravi anomalie.

In quel momento il mio mondo si frantumò in mille pezzi così come il mio giovane cuore.

Sapevo cosa significava essere diversi.

Apparentemente tutti fingono di accettarti, di volerti bene, ma in realtà approfittano della tua debolezza ed in caso di bisogno sono ben poche le persone disposte ad aiutarti.

Cominciai a pensare quanto sarebbe stato triste per te andare a scuola ed essere preso in giro da gli altri bambini.

Le loro domande sulla tua diversità sarebbero state come dei piccoli aghi taglienti che avrebbero fatto sanguinare per tutta la vita il tuo essere.

Pensai agli sguardi stupidi ed incuriositi delle persone che ti avrebbero fatto sentire più simile ad un animale da circo che ad un essere umano.

Per quanto ti saresti sforzato di sembrare e di essere normale non ci saresti mai potuto riuscire.

Forse qualche amico vero sulla tua strada lo avresti trovato: qualcuno capace di guardare oltre il tuo handicap, ma tutti gli altri ti avrebbero sempre e comunque guardato come un diverso.

E' vero, ci sono le leggi che tutelano i disabili ma chi le rispetta?

Basta guardarsi intorno: i posti auto per disabili sono tutti occupati da persone normali che non si pongono il minimo scrupolo nel togliere il posto a chi ne ha veramente bisogno.

Il collocamento speciale non funziona per niente poiché le aziende gli unici disabili che assumo sono quelli falsi, ed i controlli non ci sono e non ci saranno mai.

Figlio mio, se ti dico queste cose è perché le ho vissute sulla mia pelle.

Purtroppo so che a parole tutti hanno a cuore e tutelano i disabili, ma nella realtà dei fatti siamo solo un peso sociale.

La maggior parte delle persone ci vede come esseri diversi con un unico destino: restare chiusi in casa.

Per questo motivo, figlio mio, decido di non farti nascere.

Se ti mettessi al mondo, il tuo handicap ti farebbe odiare la vita te stesso ed anche me.

Non mi avresti mai perdonato per averti fatto nascere diverso, per averti condannato ad un'esistenza diversa ed immensamente difficile.

Molte persone stanno cercando di distogliermi da questa decisione, ma molto probabilmente queste stesse persone sono quelle che occupano i posti auto dei disabili, che li guardano per la strada e che non danno loro un lavoro.

La cosa triste è che probabilmente fanno tutto questo senza rendersene conto.

Per loro è facile dire che tu riuscirai ad essere felice lo stesso perché ti basterà il mio amore e quello di Dio, ma io so che non è così.

So che il mondo è pieno di gente che inconsapevolmente predica bene e razzola male, so che è facile dare agli altri dei buoni consigli e decidere per loro cosa è bene e cosa è male...

So, figlio mio, che in questo mondo non potrai mai essere felice perché questo mondo non è dei giusti.

Gli uomini sono stati capaci di sputare in faccia e di crocifiggere senza pietà il loro creatore, figurati cosa farebbero a te.

No, figlio mio è meglio che tu non conosca mai lo schifo di questa Terra. E' meglio che tu salga direttamente alla destra del Padre e che viva coccolato dagli angeli.

E se per salvarti dovrò bruciare fra le fiamme dell'inferno per te lo farò volentieri.

Sappi che ti ho amato più della mia stessa vita e che il mio gesto è un grande atto di amore.

La tua mamma "


Quella lettera mi lascio senza fiato e nel riporla mi accorsi che sulla scatola era inciso un animale, forse un uccello con una coda strana.

giovedì 12 novembre 2009

Lambnacht quinta puntata (i segreti del convento di Lambnacht)




Il tempo passava eppure le mie giornate mi sembravano tutte uguali.
Spesso guardavo le foglie danzare nel freddo vento autunnale.
L'odore della terra bagnata mi è sempre piaciuto, fin da piccola.

L'ombra di tristezza da cui mi sentivo oppressa calava su di me sempre più spessa.
Era quasi come se il mondo in cui vivevo non mi appartenesse.

Sempre più spesso mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.

Tutto intorno a me si muoveva, si evolveva mentre io rimanevo inesorabilmente ferma in attesa di quel fatidico giorno che avrebbe potuto cambiare la mia vita.

Non sapendo cosa fare per ammazzare il tempo e la malinconia, decisi di recarmi in un antico convento vicino Lambnacht e di dare una mano ai frati.

Ero sempre stata un'appassionata di giardinaggio e, da quando ci eravamo trasferiti a Lambnacht, di tanto in tanto aiutavo i frati del convento a curare il loro meraviglioso giardino.

Scavando trovai una piccola scatola di legno ben chiusa.

Anche se per correttezza avrei dovuto consegnare la scatola ai frati, la curiosità prese il sopravvento e con alcuni arnesi da giardinaggio aprì la scatola.

Dentro trovai un pezzo di carta impolverato. Cercai di ripulirlo e cominciai a leggere.....

Fine